"Voglio pensare che
come allora sorridi"
Mercoledì, 08 Settembre 2004 - 16:32 - Giacomo M.
Ho accuratamente evitato questo sito per giorni.
Oggi non so perché ho cliccato laddove non avevo fatto prima...
Sapevo cosa avrei trovato e sapevo che avrei masticato dolore.
Lo sai che per 2 anni ho avuto in mente solo che tu guarissi; te lo dicevo, non ho mai pensato diversamente. Aspettavo solo di dirti che dopo quegli anni che nessuno avrebbe voluto passare ce l'avevi fatta e che eri più forte di prima.
E che eravamo più legati di prima perché l'amicizia era stata provata col fuoco. Non ho potuto. Nessun altro ha potuto.
Fino ad oggi ho sempre evitato di realizzare completamente, cercando di pensare ad altro, ma vedere la tua foto mi ha innescato una reazione nella mente che prima o poi doveva arrivare: mi sembra di ricordare nitidamente tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme con quella lucidità che si ha solo dopo aver pianto e allo stesso tempo vorrei spaccarmi la testa se penso che non mi risponderai se ti telefono, che non mi aprirai quando verrò a casa tua... Perché proprio adesso? Perché proprio ora che ho rimesso in discussione una gran parte di ciò che credevo sulla vita e sulla morte?
Qualche anno fa l'avrei presa molto più quietamente, da filosofo. Adesso no. In questo periodo della mia vita mi mancano troppe risposte. E la tua morte non mi aiuta per niente. O forse sì.
Essere nel dubbio non vuol dire essere ciechi.
E anche con un occhio solo riuscirei a vedere tutto quello che hai dato a me e a qualche decina di altre persone, quello che hai cambiato nelle nostre vite.
E non sono solo parole, perché posso citare, almeno per me, date luoghi e situazioni dove la mia personale gita in questo mondo era ad un bivio e non ho preso la decisione sbagliata grazie anche e soprattutto a te.
Per questo penso che ancora sorridi, rubando le parole a qualcuno di cui abbiamo entrambi qualche cd nello zaino.
Lo penso perché è molto più semplice questo di tutto ciò che sei riuscito a fare nel soffio dei tuoi 25 anni.